Il loro habitat ottimale è rappresentato da aree ricche di vegetazione, dove aspettano in attesa del passaggio di una vittima, che riconoscono grazie alla anidride carbonica e al calore del corpo emessi da essa. Il loro morso è generalmente indolore, quindi raramente ci si accorge di averle addosso, e possono restare attaccate alcuni giorni per poi staccarsi una volte sazie.
Passeggiando in un qualsiasi bosco, soprattutto se frequentato da animali selvatici, in particolare caprioli e cinghiali, il rischio di essere “assaliti” è davvero alto, ma anche i comuni parchi cittadini e giardini possono esserne infestati.
Le zecche fanno paura soprattutto per una lunga serie di malattie che possono trasmettere all’uomo: dall’encefalite da zecca (diffusa in Italia solo nel Nord), a varie forme di meningoencefaliti, alla babeiosi, alla rickettiosi, fino a quella probabilmente più famosa, la malattia di Lyme causata dal batterio Borrelia, che anche il sottoscritto purtroppo si è beccato pochi anni fa.
Ovviamente non tutte le zecche sono infette, e la diffusione delle malattie è differente in varie zone del mondo, ad esempio la malattia di Lyme è tendenzialmente più presente al nord Italia rispetto al centro e sud, dove la malattia pare non sia ancora diffusa. In Toscana ogni anno si registrano diversi casi, secondo i dati delle ASL Toscane ci sono stati 19 episodi dal 2004 al 2019.
Quest’ultima è una malattia ancora poco conosciuta e abbastanza “camaleontica”, in una larga percentuale di casi nella zona del corpo in cui si era attaccata la zecca, compare, nei giro di 30-40 giorni, un eritema a “bersaglio” piuttosto caratteristico (ma questo può anche non presentarsi). Per non mascherare i sintomi, sarebbe meglio evitare l’uso di antibiotici nei giorni di osservazione, anche perché questa malattia è difficilmente presa in considerazione.
Vista la pericolosità di queste bestioline, quali possono essere le accortezze da prendere a fini preventivi?
a. se abbiamo animali domestici è opportuno applicare su di loro regolarmente degli antiparassitari, in commercio se ne trova una vasta gamma.
b. Spruzzare prodotti repellenti sugli abiti durante le escursioni.
c. Indossare abiti chiari che permettano una rapida individuazione delle zecche, scarpe alte e calze lunghe.
d. Se dobbiamo sederci, utilizzare un telo da porre in terra, e ricordarsi di pulirlo accuratamente prima di rimetterlo nello zaino
e. Per rimuovere le zecche dai vestiti si può utilizzare un classico rotolo adesivo “elimina peli”, spesso utile per le zecche microscopiche che quasi non si riescono a vedere ad occhio nudo in fondo ai pantaloni
f. Fare una ispezione accurata degli abiti prima di entrare in casa e del corpo una volta rientrati
Attenzione: i migliori prodotti per difendersi dalle zecche contengono permetrina, possono essere spruzzati direttamente sopra i vestiti (evitare il contatto diretto con la pelle) ma è importante prestare la massima attenzione agli animali domestici, la permetrina è infatti altamente tossica per i gatti ( è lo stesso motivo per cui gli antiparassitari per cani non devono essere utilizzati sui gatti).
Nel caso ci trovassimo una zecca attaccata alla pelle, cerchiamo di toglierla il prima possibile con delle pinzette (se ne trovano apposite in farmacia o nei negozi per animali, ma vanno benissimo anche le classiche pinzette da sopracciglia), provando ad afferrarla il più possibile in prossimità della cute, tirando applicando una leggera rotazione. E’ importantissimo evitare di toglierla usando olio, benzina o alcool o calore, e non schiacciarla, perché con queste operazioni si rischia di favorire eventuali rigurgiti da parte della zecca che possono determinare la trasmissione di agenti patogeni. Se il rostro (apparato boccale) della zecca resta nella cute, si può cercare di estrarlo con un ago.
E poi cosa fare?
– agire rapidamente, infatti il rischio di contrarre una malattia è molto minore se la zecca viene rimossa entro le 24 ore in quanto solo dopo un po’ di ore inizia a rigurgitare il pasto, trasmettendo i patogeni
– prestare attenzione ad ogni possibile sintomo di malessere ( o all’ eritema migrante, una specie di anello rosso bianco all’interno tipico della Borreliosi – vedi immagini) nei 30-40 giorni successivi
– spesso di consiglia di evitare antibiotici, per non mascherare gli eventuali sintomi che possono indicare una malattia trasmessa dalla zecca
Ma cosa sono le zecche? sono artropodi ematofagi (che si nutrono di sangue) della stessa classe di ragni e scorpioni, quella degli Aracnidi. Si dividono in tre famiglie, tra queste le principali sono le Ixodidae (zecche dure) e le Argasidae (zecche molli), queste ultime sprovviste rispetto alle prime di scudo dorsale chitinoso.
La vita della zecca di divide in 4 stadi: uovo, larva (a 3 paia di zampe), ninfa e adulto (a 4 paia di zampe) (attenzione, in qualsiasi stadio possono essere infette, anche le minuscole larve) , e può compiersi su uno o più ospiti (2-3), passando da uno stadio al successivo dopo un pasto di sangue. La loro attività è collegata alla temperatura ambientale, genericamente sono per lo più attive dal periodo primaverile a quello autunnale, superano l’inverno proteggendosi in rifugi: sotto pietre, anfratti naturali, o interrandosi, ma durante gli ultimi inverni più miti si sono potute osservare zecche attive anche a dicembre e gennaio.