UCCELLETTI IN DIFFICOLTA'
Gli animali selvatici nutrono un'istintiva diffidenza nei confronti dell'uomo e fuggono al suo approssimarsi.
Quando invece si lasciano avvicinare e addirittura toccare è segno che hanno grossissimi problemi, che non sempre sono visibili esternamente, come ferite e fratture degli arti; a volte si tratta di intossicazioni da ingestione di prodotti chimici o di malattie.
Altre volte l'animale sta veramente male, ma riesce a far appello alle poche forze che ancora gli restano per fuggire e rintanarsi lontano dal nostro sguardo oppure, nel caso degli uccelli, per volarsene via e quasi sempre sarà destinato a soccombere.
Quando notiamo un animale che inspiegabilmente non fugge appena ci vede ed ha un comportamento che ci insospettisce, dobbiamo agire con calma, riflettendo prima sul da farsi.
La cosa migliore è osservare da una certa distanza cercando di capire se ha qualche problema, poi avvicinarsi con lentezza, senza fare movimenti bruschi e senza gridare o fare rumore; si può cercare di tranquillizzarlo parlandogli a bassa voce e con tono amichevole, anche se può darsi che giunti quasi a toccarlo fugga improvvisamente: in tal caso non potremo fare più nulla per lui...
Un uccello di qualsiasi età predato da un animale (generalmente si tratta del gatto di casa...) va sempre raccolto senza indugio.
Se è ancora in bocca al gatto
Non bisognerà tentare di strapparglielo con la forza, perché non si farà altro che peggiorare la situazione e il gatto stringerà ancora di più la presa.
Non bisogna nemmeno agitarsi o strillare, in quanto il micio tenderà ad allontanarsi con la sua preda; meglio aspettare qualche istante: generalmente il felino poserà a terra l'uccellino e quello è il momento per agire con prontezza e sottrarglielo, magari cercando di distrarre il gatto offrendogli del cibo di cui sia particolarmente ghiotto.
Alcuni gatti, molto affezionati al padrone, gli portano l'uccellino per fargli una gentilezza, per offrirgli un dono.
Sgridarlo aspramente o picchiarlo perché ha catturato l'uccellino avrà l'unico risultato che il gatto continuerà ad essere cacciatore, ma non ci porterà più la sua preda, onde evitare la punizione...
Si può levargli di bocca l'uccellino semplicemente aprendogliela forzandola un po' con le mani (mai e poi mai usare oggetti, di nessun tipo!); tuttavia è una manovra che deve essere fatta velocemente, con decisione ma allo stesso tempo con grande delicatezza, per non far male al gatto, quindi chi non abbia la destrezza necessaria, è meglio che lasci perdere in partenza...
Caduti dal nido
La maggior parte dei giovani uccellini che capita di raccogliere da terra sono però quelli che hanno appena compiuto l'involo, cioè il loro primo volo.
Se nelle vicinaze ci sono gatti, cani, corvi o animali che possano costituire un potenziale pericolo, oppure se il piccolo è vicino ad una strada o in qualunque altro luogo che giudichiamo pericoloso per la sua incolumità, facciamo benissimo a raccoglierlo.
Giudicare se davvero sia in pericolo, in verità non è così semplice, perché spesso succede di essere condizionati dall'indubbia tenerezza che ci ispira quell'esserino così tenero e indifeso.
In particolare dobbiamo tener presente che i piccoli merli lasciano il nido alcuni giorni prima di essere in grado di volare e il voletto si risove in una specie di planata a terra...
Se ci sembra che non corra pericoli particolari, dovremmo allontanarci un po' in modo che se i genitori sono nelle vicinanze non vengano disturbati dalla nostra presenza e possano accudire e nutrire il figlio.
Qualora dopo un'oretta non si sia ancora presentato nessuno, è segno che siamo di fronte ad un piccolo merlo orfano, quindi raccogliamolo senza attendere oltre.
Valutare le condizioni del piccolo
Ora che abbiamo portato a casa l'uccellino dobbiamo subito accertarci meglio che possiamo del suo stato di salute, osservando se presenta ferite, gonfiori, alucce o zampine ciondolanti, respiro affannoso, rantoli, becco aperto, se riesce a tenere su la testa o la lascia cadere...
Esaminiamolo bene sotto le ali, nel caso si trattasse si un uccello predato da un gatto potrebbe aver piccole e a volte profonde ferite causate dai denti del felino.
Sono tutti segnali non confortanti e se non abbiamo nemmeno la minima esperienza di come intervenire in questi casi, se non siamo preparati ad un'eventualità del genere, la cosa migliore che possiamo fare è portare urgentemente il piccolo da un veterinario.
Ammaestrati da questa esperienza di impotenza dovremo farne tesoro per cercare di approfondire le nostre conoscenze almeno teoriche, in modo da non essere più colti totalmente impreparati qualora ci trovassimo nuovamente in certi frangenti.
Nel caso di un uccello predato, anche se apparentemente sembra uscito indenne dalla sua brutta avventura è bene tenerlo sotto osservazione per 48 ore, perché se ha riportato traumi interni non immediatamente letali, subito non ce ne accorgeremmo e devono passare parecchie ore prima che le conseguenze negative si manifestino.
Se dopo un paio di giorni l'uccellino sarà ancora vivo e vegeto, significherà che il peggio è passato e avrà ottime probabilità di poter tornare libero nel suo ambiente.
Pericolo di ipotermia
Una delle prime cose da fare quando abbiamo portato a casa il piccolo è controllare se è bello caldo oppure se il corpicino è freddo.
Entrare in stato di ipotermia, condizione che si verifica quando la temperatura corporea scende al di sotto di una soglia minima (diversa da specie a specie), è rapidamente fatale per esserini così piccoli.
Per scaldarlo ci sono diversi metodi: c'è chi accende una lampada in modo che il calore scaldi il piccolo, tuttavia è facile scottarlo ed inoltre la luce intensa gli darebbe molto fastidio.
Chi ha già esperienze di allevamento di altri uccelli o di pulcini di galline o di rettili esotici e ha già dimestichezza con l'uso delle lampade ad infrarossi potrà attingere alle proprie conoscenze in questo senso.
Si può anche prendere una bottiglia di plastica con acqua calda ma non bollente, avvolgerla in un panno di lana e metterla vicino all'uccellino, ma non è un sistema molto pratico e se avesse troppo caldo, se fosse ancora assai piccolo non avrebbe la forza di spostarsi da solo e rischierebbe grosso.
Il metodo che giudico migliore è quello che consiste nel prendere l'uccellino tra le mani a coppa, avvicinare la bocca al suo corpicino e scaldarlo col nostro alito, cercando di non far sfuggire via il fiato, ma di concentrarlo su di lui; sono esserini tanto piccoli che non ci vorrà molto per fargli riprendere la giusta temperatura e lo noteremo anche dal fatto che finalmente riscaldato comincerà a muoversi.
Dove alloggiarlo
Una cosa da non fare MAI con un uccello selvatico, giovanissimo o adulto che sia è metterlo in gabbia, perché se adulto muovendosi si rovinerebbe irrimediabilmente le penne e si ferirebbe cercando di evadere, se ancora piccino potrebbe restare incastratao malamente e spezzarsi una zampina.
Inoltre un piccolo ha bisogno di un posto protetto, accogliente e caldo: un nido.
E' semplicissimo preparargliene uno e mettercelo dentro; sarà sufficiente una una piccola scatola di cartone, foderata di carta assorbente da cucina o di pile accomodato un po' a coppa, dove si sentirà caldo e protetto, il tutto accomodato dentro una scatola un po' più grande con i bordi alti 15-20 centimetri, così che non rischi di cadere fuori accidentalmente rischiando di morire di freddo.